Questa è una storia breve che accompagna il Volume 1 della serie ‘Guns n’ Boys’. Non inizia dopo la fine del Volume 1, ma è la storia di ciò che è successo a Dom e Seth a Parigi, la vigilia di Natale.
Seth vuole soltanto una vigilia di Natale da ricordare, insieme all’uomo che ama. Quando Dom lo invita a Parigi, i suoi sogni sembrano sul punto di realizzarsi. Ma l’uomo che li attende nell’appartamento dove dovrebbero stare cambia il corso del loro viaggio. Con grande sorpresa di Seth, la religione è più importante di quanto avesse immaginato per Dom, ed è in rotta di collisione con l’ateismo di Seth.
Il loro primo Natale insieme potrebbe finire con l’essere memorabile per le ragioni sbagliate.
Temi: Religione, blasfemia, relazioni complicate, Parigi, Natale
Genere: romance erotico gay, contemporaneo
Lunghezza: ~ 12,000 parole
Per la storia completa, leggete prima i volumi 1 e 2 di Guns n’ Boys
Era il ventitré di dicembre quando Seth decise che era ora di preparare da mangiare per la vigilia di Natale. Non era tanto stressato, voleva solo fare qualcosa di semplice. Torta fatta in casa, tagliatelle al pesto, forse dei calamari al forno con il suo mix di spezie sarebbero stati l’aggiunta perfetta al banchetto? Non voleva fare una cosa troppo tradizionale, visto che comunque c’erano solo lui e Dom. Non era più religioso, quindi gli interessava solo passare il Natale con Domenico, sperando di non essere disturbato da questioni di Famiglia. Avrebbe solo dovuto parlare al telefono con suo padre e sua moglie, ma niente di più.
Ciò che più amava del cucinare era che Dom dimostrava sempre il suo apprezzamento per il cibo, e incoraggiava Seth a sperimentare con nuovi ingredienti. Purché fossero italiani, ovviamente. Ma, nonostante lo scetticismo di Dom, a Seth piaceva aggiungere elementi ispirati da altri tipi di cucina, soprattutto francese e spagnola. Dom non si lamentava mai dopo aver assaggiato i nuovi piatti.
I giorni successivi sarebbero stati un paradiso: dovevano solo ingozzarsi, guardare la televisione, scopare e andare in palestra. Avevano pensato di passare le vacanze a Parigi, ma alla fine avevano deciso di no, per non essere troppo vicini a casa. L’ultima cosa che volevano era un improvviso cambio di piani che li dirottasse a Palermo. Non vedeva l’ora che Dom tornasse a casa da qualunque cosa stesse facendo e sentisse il profumo della torta. Seth gli avrebbe lasciato l’uvetta avanzata perché Dom se la mangiasse. In quel modo, aveva qualche possibilità di impedirgli di mangiare il dolce prima della vigilia.
Seth stava per iniziare a rompere le uova quando gli squillò il cellulare, con la suoneria che aveva assegnato a Domenico. Si pulì le mani dalla farina e rispose con uno sciocco sorrisetto. “Ehi, Dom!”
“Devi venire all’aeroporto. Molla tutto, butta qualcosa in valigia e prendi un taxi per il JFK,” disse rapidamente Dom. “Abbiamo il volo fra quattro ore.”
L’adrenalina invase il corpo di Seth nel giro di un attimo, e spinse via le uova così in fretta che una si ruppe. I suoi muscoli si fecero di cemento. “Che c’è? Cos’è successo?” Chiese, già diretto in camera da letto.
Ci fu un breve silenzio, seguito da ciò che poteva essere soltanto un gemito arrogante. “Ho prenotato un volo per Parigi. Alla fine, andiamo.”
“Oh, wow! Davvero?” Seth guardò la cucina e il cibo che non avrebbe potuto preparare, ma non poteva arrabbiarsi con Dom pensando alla prospettiva di andare a Parigi per Natale. Aveva sempre voluto vedere quelle luci e i mercatini di Natale, assaggiare il cibo, andare a pattinare sul ghiaccio.
“Il taxi arriva alle cinque. Ci vediamo in aeroporto?” Chiese Domenico, stavolta con voce più calda.
“Sei sicuro che possiamo andare? Non avranno bisogno di noi qui?” La speranza si insinuò nella voce di Seth, che non attese nemmeno una risposta prima di tirare fuori una piccola valigia. “Allora dovrai aspettare per la tua torta fatta in casa. Ci avrei messo uvetta, cioccolato e scorza di limone…”
Ci fu silenzio. Quindi un lamento. “Mi stai uccidendo!”
“Suppongo che potrei ancora farla se comincio subito,” lo stuzzicò Seth. “O preferiresti i macarons originali di Parigi?”
Domenico ringhiò. “No. Li odio.”
“Beh, io non vedo l’ora di assaggiarli, ma ti farò comunque la torta. È un lungo volo. Prima classe?” Era così felice che non riusciva a trattenersi.
“Business,” disse Domenico, con tono piatto. “Ci siederemo faccia a faccia, e c’è una doccia,” disse, con una pausa significativa alla fine.
“Mi piace l’idea. Solo, con un affascinante italiano… mentre il mio ragazzo dorme sul suo sedile.”
“Non ti accorgerai nemmeno di chi ti arriverà alle spalle,” sussurrò Domenico. Il crepitio della linea fece correre un brivido lungo la schiena di Seth, fino al suo culo.
“La torta non si preparerà da sola, Dom. Adesso non ho tempo di masturbarmi.” Seth rise e tornò in cucina.
“Fa’ in fretta,” disse Dom, e riattaccò, lasciando Seth con un piacevole fremito in tutto il corpo.